mercoledì 27 febbraio 2013

Una catechesi di fede e di amore



Una catechesi di fede e di amore, l'ultima di Benedetto XVI, stamani all'udienza generale del mercoledì dinanzi a una folla che ha riempito piazza San Pietro e via della Conciliazione. L'ultima occasione per vedere e sentire papa Ratzinger prima che termini il suo pontificato, domani sera alle ore 20, per iniziare un servizio diverso alla Chiesa, fatto di preghiera e di meditazione.

sabato 23 febbraio 2013

La nuova Chiesa e le camminate nell'universo della fede


"Possiamo, nel silenzio della 'notte oscura', ascoltare tuttavia la Parola. Credere non è altro che, nell'oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio, ascoltare la Parola, vedere l'Amore".
Le parole di papa Benedetto XVI, in questo sfuggente scorcio di pontificato, continuano a donare momenti di straordinaria intensità. In linea con un magistero tutto da ascoltare, abdicando all'immagine per trovare profondità spirituale nella Parola. 

lunedì 18 febbraio 2013

Il dovere dei cattolici dopo la rinuncia di Benedetto XVI




Il pontificato di papa Benedetto XVI sta scorrendo via veloce, giorno dopo giorno, puntando dritto alle ore 20 del 28 febbraio quando la sede petrina sarà ufficialmente vacante e dovranno essere compiuti tutti gli adempimenti del caso, sino all'apertura del conclave e all'elezione del 266° pontefice.
Proprio come accade quando muore un papa. Ma questa volta si tratta di una rinuncia da parte del pontefice regnante e quindi la successione al soglio di Pietro rappresenta un'assoluta novità nella storia della Chiesa dinanzi alla quale non possiamo rimanere semplici spettatori.

giovedì 14 febbraio 2013

Il conclave con il papa vivo: ricchezza e modernità di questa Chiesa


"È bello avere tanti cardinali in Vaticano senza che ci sia il conclave!". Lo disse, con il suo abituale umorismo, Giovanni Paolo II in occasione di un pranzo con il collegio cardinalizio.
Era il 14 giugno 1994, il papa aveva già qualche serio problema di salute e tutte quelle berrette rosse che si aggiravano per le stanze vaticane dovevano fare una certa impressione anche a lui, magari in proiezione del giorno che avrebbero dovuto eleggere il suo successore.

mercoledì 13 febbraio 2013

Ritornare a Dio con tutto il cuore


"Ritornare a Dio con tutto il cuore" incamminandosi sul sentiero penitenziale per coltivare e testimoniare l'essere Chiesa, in una dimensione comunitaria e di autenticità della fede.
L'ultima celebrazione di papa Benedetto XVI per la benedizione e imposizione delle ceneri si è conclusa pochi minuti fa  nella basilica di San Pietro, contrariamente alla tradizione che ne vedeva lo svolgimento a Santa Sabina sull'Aventino.
Il motivo è ovvio: le ultime due settimane di pontificato di papa Ratzinger stanno richiamando in Vaticano numerosissimi fedeli, come ha dimostrato l'udienza generale di questa mattina, tanto da richiedere spazi più capienti per accogliere i partecipanti.

Non un addio ma un Grazie!

Joseph Ratzinger e il suo pontificato intenso e coraggioso.
Una volta tanto rinuncio a un po' di parole per conservare anche un ricordo visivo di questi anni.
Con quella dose di amarezza che caratterizza ogni addio.
Ma anche e soprattutto con riconoscenza per una presenza che ha accompagnato una manciata di anni della mia vita, entrando sia nella sfera professionale sia in quella più personale della fede.
Per questo più che un addio preferisco un Grazie!

martedì 12 febbraio 2013

Ratzinger, teologo e uomo


Credo sia questo uno degli articoli emotivamente più "difficili" da scrivere, per più motivi: la notizia improvvisa e inattesa delle dimissioni del papa con la conseguente incredulità, la consapevolezza di quanto sia stata una decisione sofferta, la certezza di trovarsi dinanzi a un fatto che segnerà la storia della Chiesa.

lunedì 11 febbraio 2013

Il testo delle dimissioni del Papa


DECLARATIO DEL SANTO PADRE

Fratres carissimi
Non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem magni momenti pro Ecclesiae vitae communicem. Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 29, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
Fratres carissimi, ex toto corde gratias ago vobis pro omni amore et labore, quo mecum pondus ministerii mei portastis et veniam peto pro omnibus defectibus meis. Nunc autem Sanctam Dei Ecclesiam curae Summi eius Pastoris, Domini nostri Iesu Christi confidimus sanctamque eius Matrem Mariam imploramus, ut patribus Cardinalibus in eligendo novo Summo Pontifice materna sua bonitate assistat. Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde servire velim.

Ex Aedibus Vaticanis, die 10 mensis februarii MMXIII


Carissimi Fratelli,
vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.

Dal Vaticano, 10 febbraio 2013

sabato 2 febbraio 2013

Assisi, il luogo dove si impara la pace


“Francesco, simbolo stesso di un cristianesimo duro ed eroico, refrattario al compromesso. Una fede da vivere in ginocchio dinanzi a Dio ma in piedi al cospetto delle lusinghe del potere”.
Cosa ci può essere di più attuale e fortemente necessario, oggi, di questa coerenza descritta con intense parole dal compianto collega Giuseppe De Carli?
Nelle nuove sfide della modernità san Francesco si pone come un testimone carismatico, trasversale a culture e religioni, forte del denominatore comune della fede, della fratellanza e dell’amore. Un ponte per creare dialogo, un antidoto al nichilismo come malattia della modernità.