"Possiamo, nel
silenzio della 'notte oscura', ascoltare tuttavia la Parola. Credere non è
altro che, nell'oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel
silenzio, ascoltare la Parola, vedere l'Amore".
Le parole di papa
Benedetto XVI, in questo sfuggente scorcio di pontificato, continuano a donare
momenti di straordinaria intensità. In linea con un magistero tutto da
ascoltare, abdicando all'immagine per trovare profondità spirituale nella
Parola.
Forse non è stato
sempre facile, per molti, rinunciare all'immagine estroversa di Giovanni Paolo
II per buttarsi in un registro comunicativo differente. Sicuramente non è stato
un automatismo in un ambiente sociale caratterizzato da messaggi brevi e facili,
da slogan, da immagini.
Papa Benedetto ci
ha portati alla scoperta dell'approfondimento, a conoscere e riconoscere la
straordinaria attualità del Vangelo, a dedicare tempo e considerazione a noi
stessi e al nostro desiderio di capire il mistero della vita.
In questi otto anni
di pontificato ci ha condotti lungo strade che hanno consentito a molti di approfondire
e riscoprire la propria fede, attraverso un percorso intellettuale che ha
coniugato fede e ragione.
Forse le parole
efficaci per esprimere questa consapevolezza le possiamo prendere a prestito
proprio da papa Benedetto, ripetendo quanto ha detto questa mattina nella
cappella Redemptoris Mater del Palazzo apostolico. Rivolgendosi al cardinale
Gianfranco Ravasi, che in questa settimana ha dettato le meditazioni per gli esercizi
spirituali della curia romana, il papa lo ha ringraziato "per queste
'camminate' nell'universo della fede".
Il tema di questi esercizi
era "Ars orandi, ars credendi. Il volto di Dio e il volto dell'uomo nella
preghiera salmica".
Una lettura sull'arte
di credere e l'arte di pregare. Ricordando che "il Logos non è solo una ragione matematica - ha detto il papa -: il Logos ha un cuore, il Logos è anche amore. La verità è bella,
verità e bellezza vanno insieme: la bellezza è il sigillo della verità".
Non possiamo fare a
meno di pensare alle recenti parole espresse da Benedetto XVI su quel volto
della Chiesa talvolta "deturpato" anche per le "divisioni nel
corpo ecclesiale", a quel male che sta gettando fango su diversi uomini
della Chiesa, spesso rendendo difficoltosa e sofferta la verità ma anche la fiducia
da parte dei credenti.
"Il 'molto
bello' del sesto giorno espresso dal Creatore - ha aggiunto il papa riferendosi
alla predicazione del cardinale Ravasi - è permanentemente contraddetto, in
questo mondo, dal male, dalla sofferenza, dalla corruzione. E sembra quasi che
il maligno voglia permanentemente sporcare la creazione, per contraddire Dio e
per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza".
Domani l'ultimo
Angelus e mercoledì, con l'udienza generale, l'ultima uscita pubblica di
Benedetto XVI. A quel punto le strade del vescovo di Roma e della Chiesa
universale si separeranno ma solo dal punto di vista della comunione "esteriore
e visibile", come ha precisato papa Ratzinger che continuerà a condividere
con i credenti le "camminate" sul terreno della "comunione nella
preghiera".
Quella stessa
preghiera che la Segreteria di Stato Vaticana conta andrà a sostenere l'uscita
di papa Benedetto ma anche i cardinali che dovranno eleggere il suo successore.
In un clima che
appare difficile, con ricostruzioni, indiscrezioni e qualche volta fantasie
giornalistiche, che andrebbero non solo a turbare l'apertura del conclave ma
persino a esercitare pressioni sul collegio cardinalizio.
"Nel corso dei
secoli - si legge nel comunicato diffuso stamani dalla Segreteria di Stato - i
cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate
sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di
condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico mondano. Se
in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far
valere il proprio condizionamento nell'elezione del papa, oggi si tenta di
mettere in gioco il peso dell'opinione pubblica, spesso sulla base di
valutazioni che non colgono l'aspetto tipicamente spirituale del momento che la
Chiesa sta vivendo. È deplorevole che, con l'approssimarsi del tempo in cui
avrà inizio il conclave e i cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e
davanti a Dio, ad esprimere in piena libertà la propria scelta, si moltiplichi
la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o
addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni".
Non basterà certo un comunicato della Segreteria di Stato per
mettere a tacere ridde di voci e per fermare valutazioni magari ardite e qualche
volta contorsioni mentali di alcuni media.
Del resto l'immagine recente della Chiesa ha mostrato, anche
inaspettatamente, tante debolezze della natura umana. E non si può pretendere
che, in particolare le testate di matrice più laica, affidino ogni loro
valutazione sul momento presente esclusivamente alla forza dello Spirito Santo.
Toccherà semmai al nuovo pontefice e al prossimo governo della Chiesa
proseguire le "camminate" sui sentieri della fede di papa Ratzinger, per
dimostrare che "le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio".
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