mercoledì 13 febbraio 2013

Ritornare a Dio con tutto il cuore


"Ritornare a Dio con tutto il cuore" incamminandosi sul sentiero penitenziale per coltivare e testimoniare l'essere Chiesa, in una dimensione comunitaria e di autenticità della fede.
L'ultima celebrazione di papa Benedetto XVI per la benedizione e imposizione delle ceneri si è conclusa pochi minuti fa  nella basilica di San Pietro, contrariamente alla tradizione che ne vedeva lo svolgimento a Santa Sabina sull'Aventino.
Il motivo è ovvio: le ultime due settimane di pontificato di papa Ratzinger stanno richiamando in Vaticano numerosissimi fedeli, come ha dimostrato l'udienza generale di questa mattina, tanto da richiedere spazi più capienti per accogliere i partecipanti.

"Stasera siamo numerosi intorno alla tomba dell’Apostolo Pietro - ha detto il papa - anche a chiedere la sua intercessione per il cammino della Chiesa in questo particolare momento, rinnovando la nostra fede nel Pastore Supremo, Cristo Signore. Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera".
Prima di lasciare il suo ruolo di pastore della Chiesa universale, il prossimo 28 febbraio, il papa accompagna i fedeli sul cammino quaresimale per un ritorno al Signore "con tutto il cuore" come il profeta Gioele raccomandava al popolo di Israele.
"Va sottolineata l’espressione 'con tutto il cuore' - ha detto Benedetto XVI - che significa dal centro dei nostri pensieri e sentimenti, dalle radici delle nostre decisioni, scelte e azioni, con un gesto di totale e radicale libertà".
Dunque un atto incondizionato che non prevede riserve e mezze misure, sino a "lacerare il cuore e non le vesti", pratica questa oggi assai diffusa: "molti - ha detto il papa - sono pronti a 'stracciarsi le vesti' di fronte a scandali e ingiustizie, naturalmente commessi da altri , ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio 'cuore', sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta".
Una marcia verso Dio che richiede anche una dimensione comunitaria, libera da personalismi ed egoismi, come elemento essenziale di una fede che deve avere un carattere ecclesiale.
"Ognuno sia consapevole che il cammino penitenziale non lo affronta da solo ma insieme con tanti fratelli e sorelle, nella Chiesa".
Quella Chiesa che talvolta presenta un volto deturpato anche a causa delle "divisioni nel corpo ecclesiale". Da qui l'esplicito appello del papa, prima di lasciare la barca di Pietro a un nuovo nocchiero, di superare "individualismi e rivalità" come "segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti".
Tenendo sempre presente che quel cammino che punta a Dio passa attraverso la Croce come emblema di un dono totale di sé.  
"È un cammino in cui imparare ogni giorno a uscire sempre più dal nostro egoismo e dalle nostre chiusure, per fare spazio a Dio che apre e trasforma il cuore". Un essere autentici in se stessi e nei propri gesti. "Gesù sottolinea come sia la qualità e la verità del rapporto con Dio ciò che qualifica l’autenticità di ogni gesto religioso - ha rimarcato papa Ratzinger -. Per questo denuncia l’ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione. Il vero discepolo non serve se stesso o il 'pubblico' ma il suo Signore, nella semplicità e nella generosità". E ancora: "la nostra testimonianza allora sarà sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto è Dio stesso".
Il pastore della Chiesa universale si appresta così a lasciare il suo ruolo di capofila. Non prima di aver raccomandato un cammino autentico di fede, lontano dalle insidie del protagonismo ma indirizzato esclusivamente verso Dio.
Al termine della celebrazione, il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha rivolto un saluto a papa Benedetto: "Questa sera noi vogliamo ringraziare il Signore per il cammino che tutta la Chiesa ha fatto sotto la guida di Vostra Santità e vogliamo dirle dal più intimo del nostro cuore, con grande affetto, commozione e ammirazione: grazie per averci dato il luminoso esempio di semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore, un lavoratore, però, che ha saputo in ogni momento realizzare ciò che è più importante, portare Dio agli uomini e portare gli uomini a Dio". (eli) 

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