"Si
parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e
andare avanti vuol dire che bisogna andare verso la giustizia sociale". Lo
asseriva Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana e primo
presidente del Consiglio, in quel quadro di pensiero che interpretava la
politica come un servizio.
Sembrano
trascorsi millenni da quelle riflessioni, mettendo ancora più in evidenza lo
scadimento della nostra classe politica. Sostenere "nostra" è spesso
causa di sofferenza e fastidio non appena solleviamo la testa dalle nostre
giornate normali di persone che lavorano per portare a casa la pagnotta e
proprio quella pagnotta rischia ogni sera di provocare una cattiva digestione.
Nessuna
colpa alla lievitazione, il problema è vedere e sentire quei rappresentanti
della classe politica che non riescono a rimettere in piedi un Paese che,
inciampo dopo inciampo, versa pesantemente reclinato su un fianco come la Costa
Concordia naufragata al Giglio.
Eppure
si accapigliano giocando sulle parole e sulle virgole, fornendo scampoli di una saggezza che da
qualche decennio non mostra grandi risultati ma proclami e immagini di quello
che, alla fine, abbiamo scoperto di non essere.
Per
tanto tempo, quando riuscivo ancora ad avere qualche fondato convincimento politico,
odiavo quell'espressione qualunquista "tanto sono tutti uguali!". La
saggezza di chi aveva qualche anno più di me sapeva guardare oltre i proclami
che infiammano gli animi giovanili.
Continuo
a non credere che siano tutti uguali ma il problema subentrato con gli anni è
la mancanza di fiducia in quelle parole che ostacolano ogni appoggio
incondizionato.
La
colpa non è del diffuso e strisciante qualunquismo, peraltro frutto di tante
delusioni, quanto della loro incapacità di essere credibili, non solo nei
programmi ma ancor prima nella loro veste di politici. Beninteso, spesso non hanno
colpe se non la sventura di porsi sul cammino di chi li ha preceduti e ha
insozzato quella strada di interessi personali a discapito del bene comune.
La
storia è ciclica, ci spiegava Vico, e rileggere gli scritti di quei politici
tutti d'un pezzo, impegnati anima e corpo a rimettere in piedi un Paese finito
sotto le rotaie della guerra, dove niente c'era da guadagnare né si voleva
guadagnare se non la credibilità e l'onore pubblico, potrebbe aiutare sia
coloro che dovrebbero rappresentarci sia noi, nella nostra capacità di
giudizio.
Torniamo
a quelle parole di De Gasperi che rispecchiano appieno l'attuale situazione
politica. Andare avanti significherebbe puntare alla giustizia sociale e
proprio questo tema è tornato prepotentemente alla ribalta, in una condizione
di diffusissima precarietà.
E
- ahimè - si continua sin troppo a parlare di chi va a destra o a sinistra,
spazi ideologici che in realtà appaiono sempre più sfumati. Un labirinto nel
quale si sono calate anche le primarie, oggettivamente una chiara scelta di
democrazia e di partecipazione, ma anche queste finiscono per andare in pasto a
dibattiti, strumentalizzazioni e giochetti delle parti.
Con
la pagnotta sulla stomaco ci ascoltiamo e leggiamo ogni giorno dibattiti sempre
più simili a telenovela nelle quali è evidentemente difficile distinguere il
nuovo effettivo dal vecchio mascherato.
Arriviamo
a votare i comici dimenticando che la politica non è uno scherzo ma richiede
una scrupolosa formazione politica che non si alimenta solo di proclami gridati
e di "vaffa…".
Assistiamo
ai trasversali tentativi di rimanere in sella come in un rodeo da far west,
accorgendoci poi che si tratta solo di un cavallo meccanico del luna park.
Senso
critico, lucidità e ironia ci possono aiutare a mettere fuori la testa da
questo incubo.
I
toscani in sarcasmo sono maestri e di recente mi sono soffermata dinanzi a un
manifesto affisso in un negozio di Firenze. Protagonista il sindaco Matteo
Renzi, in lizza per le primarie del centrosinistra.
"Il
sindaco universale" titola il manifesto su sfondo bianco che propone
personaggi di spicco impersonati da Renzi. E così si scopre che il volto di
Silvio Berlusconi, Barack Obama, Benedetto XVI, Massimo D'Alema, Antonio Di
Pietro, Pierluigi Bersani, Beppe Grillo e della signorina a fianco di Niki
Vendola è in realtà quello di Renzi, presente in tutte le salse. Meno che nello
spazio targato Firenze sotto cui si trova la riproduzione barrata di… FIRENZI!
Una
parentesi di ilarità per ritornare ai grandi costruttori del nostro
Paese: "Verrà il momento in cui l'Italia si risolleverà e riprenderà
quella posizione che le spetta non per forza d'armi ma per addestramento morale,
per l'influenza spirituale", diceva De Gasperi. E se è vero che la storia
è ciclica potremmo davvero farcela.
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