martedì 6 novembre 2012

Quando la politica è una pagnotta


"Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire che bisogna andare verso la giustizia sociale". Lo asseriva Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana e primo presidente del Consiglio, in quel quadro di pensiero che interpretava la politica come un servizio.


Sembrano trascorsi millenni da quelle riflessioni, mettendo ancora più in evidenza lo scadimento della nostra classe politica. Sostenere "nostra" è spesso causa di sofferenza e fastidio non appena solleviamo la testa dalle nostre giornate normali di persone che lavorano per portare a casa la pagnotta e proprio quella pagnotta rischia ogni sera di provocare una cattiva digestione.
Nessuna colpa alla lievitazione, il problema è vedere e sentire quei rappresentanti della classe politica che non riescono a rimettere in piedi un Paese che, inciampo dopo inciampo, versa pesantemente reclinato su un fianco come la Costa Concordia naufragata al Giglio.
Eppure si accapigliano giocando sulle parole e sulle virgole, fornendo scampoli di una saggezza che da qualche decennio non mostra grandi risultati ma proclami e immagini di quello che, alla fine, abbiamo scoperto di non essere.
Per tanto tempo, quando riuscivo ancora ad avere qualche fondato convincimento politico, odiavo quell'espressione qualunquista "tanto sono tutti uguali!". La saggezza di chi aveva qualche anno più di me sapeva guardare oltre i proclami che infiammano gli animi giovanili.
Continuo a non credere che siano tutti uguali ma il problema subentrato con gli anni è la mancanza di fiducia in quelle parole che ostacolano ogni appoggio incondizionato.
La colpa non è del diffuso e strisciante qualunquismo, peraltro frutto di tante delusioni, quanto della loro incapacità di essere credibili, non solo nei programmi ma ancor prima nella loro veste di politici. Beninteso, spesso non hanno colpe se non la sventura di porsi sul cammino di chi li ha preceduti e ha insozzato quella strada di interessi personali a discapito del bene comune.
La storia è ciclica, ci spiegava Vico, e rileggere gli scritti di quei politici tutti d'un pezzo, impegnati anima e corpo a rimettere in piedi un Paese finito sotto le rotaie della guerra, dove niente c'era da guadagnare né si voleva guadagnare se non la credibilità e l'onore pubblico, potrebbe aiutare sia coloro che dovrebbero rappresentarci sia noi, nella nostra capacità di giudizio.
Torniamo a quelle parole di De Gasperi che rispecchiano appieno l'attuale situazione politica. Andare avanti significherebbe puntare alla giustizia sociale e proprio questo tema è tornato prepotentemente alla ribalta, in una condizione di diffusissima precarietà.
E - ahimè - si continua sin troppo a parlare di chi va a destra o a sinistra, spazi ideologici che in realtà appaiono sempre più sfumati. Un labirinto nel quale si sono calate anche le primarie, oggettivamente una chiara scelta di democrazia e di partecipazione, ma anche queste finiscono per andare in pasto a dibattiti, strumentalizzazioni e giochetti delle parti.
Con la pagnotta sulla stomaco ci ascoltiamo e leggiamo ogni giorno dibattiti sempre più simili a telenovela nelle quali è evidentemente difficile distinguere il nuovo effettivo dal vecchio mascherato.
Arriviamo a votare i comici dimenticando che la politica non è uno scherzo ma richiede una scrupolosa formazione politica che non si alimenta solo di proclami gridati e di "vaffa…".
Assistiamo ai trasversali tentativi di rimanere in sella come in un rodeo da far west, accorgendoci poi che si tratta solo di un cavallo meccanico del luna park.
Senso critico, lucidità e ironia ci possono aiutare a mettere fuori la testa da questo incubo.
I toscani in sarcasmo sono maestri e di recente mi sono soffermata dinanzi a un manifesto affisso in un negozio di Firenze. Protagonista il sindaco Matteo Renzi, in lizza per le primarie del centrosinistra.
"Il sindaco universale" titola il manifesto su sfondo bianco che propone personaggi di spicco impersonati da Renzi. E così si scopre che il volto di Silvio Berlusconi, Barack Obama, Benedetto XVI, Massimo D'Alema, Antonio Di Pietro, Pierluigi Bersani, Beppe Grillo e della signorina a fianco di Niki Vendola è in realtà quello di Renzi, presente in tutte le salse. Meno che nello spazio targato Firenze sotto cui si trova la riproduzione barrata di… FIRENZI!
Una parentesi di ilarità per ritornare ai grandi costruttori del nostro Paese: "Verrà il momento in cui l'Italia si risolleverà e riprenderà quella posizione che le spetta non per forza d'armi ma per addestramento morale, per l'influenza spirituale", diceva De Gasperi. E se è vero che la storia è ciclica potremmo davvero farcela.
 

 

 

 

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