domenica 27 aprile 2025

IL MIO GRAZIE A PAPA FRANCESCO

Sono giornate difficili, la morte di papa Francesco ci ha fatto scoprire d’improvviso orfani.
Orfani di un padre, un buon padre e padre buono, che ci ha insegnato a riconoscere l'unicità di ogni persona, a partire da noi stessi.

Un papa per il quale hanno pregato, a modo loro, anche tanti non credenti che amavano la figura di questo pastore, riconoscendo nel suo agire tante battaglie che, al di là della sfera religiosa, profumano di amore incondizionato.
Da questo sentimento di profonda umanità, lontano da calcoli ideologici e diplomatici, è sempre scaturito il suo instancabile impegno per la pace e per un mondo giusto, capace di essere accogliente per ogni persona. Tutto quanto leggiamo nel Vangelo, senza alcun filtro imposto da qualche ragionamento o prudenza. Questo era Francesco.

Francesco come Francesco d’Assisi, il santo che riparò la Chiesa che andava in rovina, che aiutava i poveri, che abbracciava i lebbrosi, che rivolgeva il suo sguardo ammirato e grato a Dio per la creazione, sino a scrivere uno splendido canto di lode al Signore.

Ero, sono e sarò sempre affezionata alla figura di Jorge Mario Bergoglio per tanti motivi. È il papa che, professionalmente, ho seguito sin dalla fumata bianca del comignolo sopra la Cappella Sistina.
Non potrò mai dimenticare, quella sera del 13 marzo 2013 in piazza San Pietro, l’emozione – da appassionata del carisma francescano – per la scelta del nome del Santo di Assisi. Non c’era mai stato alcun Francesco nella storia della Chiesa e chissà se e quando accadrà di nuovo. Francesco è un nome di grande responsabilità, che non permette vie di mezzo ma, forse, richiede di essere un po’ “novello pazzo” come il figlio di Pietro di Bernardone. Perché l’amore vero è incondizionato e totale, avvolge ogni creatura riconoscendovi un capolavoro di Dio, una inimitabile unicità, un valore assoluto in totale controtendenza con la cultura dello scarto che, sempre più, sta prendendo piede nel mondo.

Infine, una nota tutta personale con il ricordo, in particolare, di due momenti straordinari che ho sempre tenuto nel cuore come preziosi doni.
Di uno conservo quella decisa stretta di mano e quello sguardo che, mentre fluivano le parole, era un paterno abbraccio.
Dell'altro conserverò in modo indelebile quel "Pronto, sono papa Francesco", il tono della voce, le parole e i silenzi. Una umanità capace di andare al cuore delle questioni, il realismo di un uomo che  conosceva bene la vita e Dio, quella sua grande empatia, la forza della tenerezza.
Tutto quanto - in un momento per me di profonda crisi - non solo ha ridato linfa a una fede che si era un po' inceppata ma mi ha anche donato un rinnovato sguardo, con il quale leggere gli eventi e vivere il mio credo in Dio.
Grazie papa Francesco. ❤️

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