"La
promozione del mutuo rispetto attraverso l'educazione" è la base per una
convivenza pacifica tra le diverse religioni.
Un punto cardine nei rapporti
interreligiosi in cui papa Francesco crede senza alcun indugio, tanto da voler
firmare personalmente il messaggio indirizzato ai musulmani in occasione della
fine del Ramadan, il mese dedicato al digiuno, alla preghiera e all'elemosina.
Il
messaggio ai musulmani di tutto il mondo viene inviato ogni anno, dal 1967, dal
Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Nel 1991 fu Giovanni Paolo
II a voler indirizzare un personale saluto ai musulmani, rimarcando anche in
questo modo l'attenzione riposta sul dialogo interreligioso e sulla convivenza
tra religioni diverse. In fin dei conti, cinque anni prima, lo stesso papa
Wojtyla aveva promosso il primo degli incontri interreligiosi ad Assisi, la
città della pace e di san Francesco.
Proprio
nel messaggio inviato oggi a tutti i musulmani e in particolare ai capi
religiosi, papa Francesco fa riferimento alla scelta del nome, al "santo
molto famoso che ha amato profondamente Dio e ogni essere umano, al punto da
essere chiamato fratello universale".
Un
messaggio che, muovendo dalla "stima e amicizia per tutti i
musulmani" guarda al terreno comune delle "dimensioni familiare e
sociale" particolarmente importanti per i musulmani e con "certi
paralleli in ciascuna di queste aree con la fede e la pratica cristiane".
Papa
Francesco indica chiaramente i punti di convergenza per la convivenza nelle
diversità, individuando due parole chiave che sono il rispetto e l'educazione.
Non
un rispetto a senso unico o alternato ma un rispetto che deve essere mutuo e
condiviso.
"Ciò
che siamo chiamati a rispettare in ciascuna persona - scrive Francesco - è
innanzitutto la sua vita, la sua integrità fisica, la sua dignità e i diritti
che ne scaturiscono, la sua reputazione, la sua proprietà, la sua identità
etnica e culturale, le sue idee e le sue scelte politiche. Siamo perciò
chiamati a pensare, parlare e scrivere dell’altro in modo rispettoso, non solo
in sua presenza, ma sempre e dovunque, evitando ingiuste critiche o
diffamazione". Con un indispensabile riferimento all'educazione: "per
ottenere questo scopo, hanno un ruolo da svolgere le famiglie, le scuole,
l’insegnamento religioso e ogni genere di mezzi di comunicazione sociale".
Un
principio che, se vale in via generale, ha una più rilevante valenza sul piano delle
religioni laddove spesso esplode, o si tesse in insidiose trame, l'intolleranza
per il credo diverso dal proprio.
"Venendo
ora al mutuo rispetto nei rapporti interreligiosi, specialmente tra cristiani e
musulmani - scrive ancora papa Bergoglio -, siamo chiamati a rispettare la
religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori. Uno speciale
rispetto è dovuto ai capi religiosi e ai luoghi di culto. Quanto dolore
arrecano gli attacchi all’uno o all’altro di questi!".
Dunque
anche su questo terreno può tanto l'educazione come strumento per "formare
i nostri giovani a pensare e parlare in modo rispettoso delle altre religioni e
dei loro seguaci, evitando di mettere in ridicolo o denigrare le loro
convinzioni e pratiche. Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in
ogni relazione umana, specialmente tra persone che professano una credenza
religiosa. È così che può crescere un’amicizia sincera e duratura".
Francesco
ha poi ricordato il suo discorso dello scorso 22 marzo, al Corpo diplomatico
accreditato presso la Santa Sede, quando sottolineò come "non si possono
vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. Per questo è importante
intensificare il dialogo fra le varie religioni, penso anzitutto a quello con
l’Islam, e ho molto apprezzato la presenza, durante la messa d’inizio del mio
ministero, di tante autorità civili e religiose del mondo islamico".
Un
messaggio esplicito sull'importanza del dialogo e della cooperazione tra
credenti, in particolare tra cristiani e musulmani.
È
questo il terreno sul quale deve crescere un futuro di pace e cooperazione,
nella consapevolezza delle tante insidie che minano questo grande progetto
universale di convivenza e di amore. A partire da quel fondamentalismo che
continua ad agire in nome di un Dio in realtà tanto lontano da ogni azione di
violenza e di morte.
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