sabato 3 febbraio 2024

IL FUOCO DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’intelligenza artificiale sta divenendo sempre più prossima e ne sentiamo il fiato sul collo. Qualcuno si sente braccato da sistemi che potrebbero sfuggire di mano, altri provano il brivido dell’ignoto. Alcune polarizzazioni sono già evidenti, peraltro spesso frutto di pre-giudizi. 
Ma che ambiente troverà l’intelligenza artificiale appena comincerà a diffondersi capillarmente nella nostra vita?
Come per ogni strumento che fa parte della quotidianità, dalla preistoria a oggi, il bene o il male non è un dato assoluto, bensì è determinato dall’uso che ne facciamo. Prendiamo una delle prime scoperte dell’uomo, ovvero il fuoco, una vera e propria rivoluzione per il suo plurimo utilizzo: dal tenere lontani gli animali feroci alla cottura dei cibi, da fonte di luce a unica fonte di calore, come ci hanno sempre raccontato anche i caminetti nelle  case dei nostri nonni.
Fuoco che rappresenta una vera e propria potenzialità se usato a fine di bene ma che, in mano a malintenzionati, è portatore di distruzione. Ne sono esempio gli incendi dolosi che ogni anno distruggono ettari ed ettari di territorio, provocando spesso la morte o il ferimento di uomini e animali, mettendo in ginocchio attività economiche, ferendo in maniera grave l’ambiente. 
È evidente che le novità sono da sempre frutto di intraprendenza, capacità e desiderio di andare oltre gli orizzonti visibili per scoprire nuovi ambienti. Una volta si salpava alla ricerca di mondi inesplorati, mentre i pionieri di oggi navigano sempre più in mondi virtuali, trovando lì la nuova frontiera delle scoperte.
Per questo motivo, l’intelligenza artificiale è ormai una nuova realtà della quale dobbiamo prendere atto, senza troppe nostalgie, semmai chiedendo una attenta regolamentazione, tale da garantirne un’applicazione etica.
Piuttosto c’è da chiedersi, e forse preoccuparsi, dell’impatto che avrà ad esempio sul piano dell’informazione e della comunicazione. Non mi riferisco a cosa e quanto cambierà nel mondo dell’editoria, quale convivenza sarà possibile con i giornalisti e le diverse figure impegnate nell’ambito dell’informazione. Ovviamente è un tema che mi è molto caro, ma lo sguardo va oltre, relativamente all’impatto che avranno queste novità sul grande pubblico.

Un dubbio o, se vogliamo, una preoccupazione che spero sia infondata. Girando ogni giorno tra le pieghe dei social, si trovano montagne di fake news, di notizie rilanciate senza essere lette, di condivisioni di post vecchi senza rendersene conto, di polemiche montate su fatti inconsistenti, di giudizi taglienti e scontri accesi montati sulla sola lettura di un titolo, senza avere consapevolezza dell’argomento, senza leggere la notizia, tanto meno senza verificarne la veridicità, senza fare una lettura comparata per uscire dal flusso del sensazionalismo e cercare di capire, di farsi un’idea propria, come individuo, dismettendo la casacca di quella “parte” per vestire i panni di se stessi.
Ecco, dinanzi a tutto ciò, a una larga fetta di fruitori dei social tuffati nel mare magnum di questo potente strumento senza avere i rudimenti per un attento utilizzo (ma chi li doveva fornire, se tutto è stato così rapido?), mi chiedo cosa accadrà alzando l’asticella della sfida con le potenzialità messe in campo dall’intelligenza artificiale. Mi chiedo cosa potevamo fare per diffondere, come è stato con la classica alfabetizzazione, una alfabetizzazione ad hoc per un uso consapevole di queste tecnologie.
Se l’intelligenza artificiale ci giocherà qualche scherzo, se metterà in atto qualche inganno, il popolo dei quotidiani navigatori sarà capace di rilevare eventuali anomalie? 
Oppure si accoderà e, ancora una volta e forse più di prima, abdicherà al proprio pensiero, finendo in un vortice infernale dal quale la verità farà sempre più fatica a emergere?
Per concludere, non mi preoccupa l’IA in sé che potrà, come un moderno "fuoco", illuminare nuovi angoli con la luce del progresso, piuttosto mi spaventano i possibili nuovi "piromani" che potrebbero, di tastiera in tastiera e anche inconsapevolmente, bruciare le nuove opportunità e ingenerare un inimmaginabile corto circuito. 




(La prima foto è tratta dal web, la seconda è realizzata con l'intelligenza artificiale, attraverso Image Creator di Bing)

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