parole dette,
parole che non abbiamo avuto il coraggio di dire,
parole inutili,
parole gridate,
parole di circostanza,
parole semplici,
parole incomprensibili,
parole offensive,
parole non trovate o "rimangiate".
Parole che si accompagnano sempre più a una comunicazione veloce, fatta di immagini ed emoticon.
Parole che finiscono per rendere "liquidi" anche i sentimenti e gli affetti.
E allora sarebbe bello, nei rapporti interpersonali - perlomeno quelli ai quali teniamo di più - valorizzare i gesti, accantonando le parole abusate e le frasi fatte. Guardare a lungo negli occhi, far parlare le mani e i corpi, farsi davvero prossimi, presenti, tangibili.
E solo allora tornare a recuperare e utilizzare le parole nella loro autentica ricchezza e potenza, accompagnandole con la grazia dei toni pacati, lenti e sussurrati, dei silenzi.
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