venerdì 31 dicembre 2021

365 X 2 GIORNI DOPO… AUGURI

Negli ultimi due anni è come se le nostre vite relazionali si fossero in qualche modo congelate dinanzi a un evento, la pandemia di Covid-19, inatteso e  impensabile ai nostri occhi permeati da tante sicurezze.

L’anno scorso salutavo il 2020 “rimproverandolo” per averci messi in ginocchio, feriti, disorientati. Tanto da non aspettare altro che girare la pagina del calendario, sperando si trattasse semplicemente di uno sporadico anno funesto. 

Purtroppo il 2021 ha dimostrato di esserne stretto parente, stabilizzando in tutti noi la consapevolezza di una certa precarietà che, solitamente, siamo abituati a rifuggire alla luce di una sorta di onnipotenza. E così, dopo lo sbigottimento del primo anno di pandemia, si è consolidata questa sensazione di forte precarietà. 

Un sentimento difficile da elaborare perché tanto nuovo, dinanzi al quale ci siamo trovati impreparati, reagendo in vari modi.

Sarebbe però deprimente e ingiusto non ricercare quanto di buono abbiamo vissuto in questo 2021. Non che ciò appaia come un esercizio di inutile buonismo e ottimismo da pochi spiccioli ma se c’è una cosa che abbiamo appreso da questo biennio pandemico, è senz’altro l’allenamento a ricercare in ogni condizione il positivo, parola che ha cambiato veste, ma che voglio utilizzare nella sua tradizionale accezione.

E così si eleva la mia gratitudine per quanto vissuto in questo anno, ancor più per le esperienze deludenti che hanno rafforzato la mia tempra di combattente. La più grande sconfitta sarebbe proprio quella di non imparare dalle esperienze difficili, di non saper ricorrere alla resilienza e determinazione nel guardare avanti con piglio deciso, con coraggio e fiducia in noi e in Dio per chi è credente.

Voglio guardare al 2022 senza pregiudizi, nella consapevolezza che non sarà l’anno della liberazione dalla pandemia, sarebbe già un grande dono ci portasse fuori dal vicolo cieco nel quale spesso ci sentiamo intrappolati.

Per me sarà un anno di nuovi inizi, con quell’entusiasmo che si prova quando ci si prepara a una nuova avventura, con la certezza di incontrare tanti compagni di viaggio.

Nello “zaino” del nuovo anno non mancheranno i progetti e gli interessi coltivati da anni, perché le radici con i terreni conosciuti e vissuti non vanno mai recise ma, anzi, possono far produrre nuovi e inattesi frutti.

E allora l’augurio che faccio a me e a tutti voi, in questa epoca di “congelamento” delle nostre vite, è di essere - nonostante tutto - come un fuoco che scalda e che illumina, come il calore di un abbraccio.


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