sabato 4 febbraio 2017

LA CHIESA DELLE CONTRAPPOSIZIONI

Il manifesto contro papa Francesco, apparso per le strade di Roma, non è a tutela della Chiesa e della dottrina, è piuttosto il gretto gesto di chi ama creare polveroni nascondendosi dietro quella polvere che cerca di sollevare.
Il primo elemento da rimarcare è senza dubbio quello dell'anonimato: gettare il sasso e nascondere la mano non è da persone serie, non è da uomini che vorrebbero dare lezioni di vita e di comportamento ad altri.
Parlare e mostrare quella immagine credo sia giusto, non solo per sfuggire a qualche accusa di censura ma per sottolineare la pochezza di un metodo che è preoccupante, tanto più se verosimilmente riconducibile a cattolici che, magari dietro l'angolo, giurano di amare la Chiesa e pronunciano sermoni sui valori evangelici.

QUANDO IL TIPO DI SGUARDO FA LA DIFFERENZA


Il messaggio di papa Francesco per la 51ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che sarà celebrata il prossimo 28 maggio, rappresenta una nuova sfida per i giornalisti e, in senso lato, per ogni comunicatore.
Il tema è alquanto impegnativo – “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” – e lo è in virtù di una combinazione di motivazioni a carattere tecnologico e sociale.