sabato 25 maggio 2013

De Carli e l'etica dell'informazione religiosa


Riporto l'intervista realizzata dal collega Luca Rolandi e pubblicata da Vatican Insider


Intervista a Elisabetta Lo Iacono, presidente dell'Associazione intitolata al vaticanista


LUCA ROLANDI

ROMA


Giusppe De Carli, vaticanista scomparso tre anni fa, ha lasciato una grande eredità grazie al suo lungo lavoro al seguito di tre Papi e nell'informazione religiosa. Per onorare la sua lezione e memoria un gruppo di amici e colleghi ha dato vita ad una Associazione che promuove un premio e iniziative per una informazione religiosa improntata sulla competenza, la passione e la capacità di testimoniare valori cristiani.

In questa esperienza con la presidente lavorano con grande impegno il vice presidente dell'Associazione Giovanni Tridente, Rita Megliorin e Paolo Cecilia.

Presidente Lo Iacono, quali le modalità dell’assegnazione e perché ricordare il vaticanista De Carli fondatore e responsabile di Rai Vaticano?
L'Associazione nasce per ricordare Giuseppe De Carli attraverso quelle che erano le sue priorità per l'ambito giornalistico, ovvero la qualificazione della professione, l'etica e la particolare attenzione ai giovani. Sono queste le direttrici sulle quali intendiamo muoverci e che ispirano anche i criteri guida per la valutazione dei lavori, ovvero originalità dei contenuti, rigore, completezza e accuratezza dell’informazione, qualità della scrittura, stile espositivo, forza comunicativa, aderenza alle finalità del Premio. Giuseppe De Carli è stato un grande maestro e amico per molti di noi, riteniamo che il suo patrimonio di conoscenze, il suo stile, il suo amore per la professione e per la Chiesa non debbano finire archiviati nelle teche Rai o nei nostri ricordi, piuttosto essere tramandati alle nuove generazioni, rappresentando al contempo uno stimolo per tutti noi.


Quali sono i componenti della giuria del Premio?
Il Premio prevede due categorie: quella dei giornalisti e quella dei laureati e dottori di ricerca di Università e Istituti superiori di scienze religiose. La giuria si compone quindi di esperti sia in ambito giornalistico sia accademico, peraltro l'Associazione si avvale della collaborazione scientifica dell'Università La Sapienza, della Pontificia Università della Santa Croce e della Pontificia Facoltà teologica "San Bonaventura". I componenti di giuria di questa prima edizione sono Aldo Cazzullo, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera; Marina Corradi, editorialista di Avvenire; Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti; Rodolfo Lorenzoni, giornalista Rai e a lungo collaboratore di De Carli; Massimo Enrico Milone, responsabile di Rai Vaticano; Mario Morcellini, docente e direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale dell'Università La Sapienza;  padre Domenico Paoletti (OFMConv), docente e preside della Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura Seraphicum e  Carla Rossi Espagnet, teologa e docente presso la Pontificia Università della Santa Croce e l'ISSR all'Apollinare.

Le iniziative dell’Associazione si rivolgono ai giovani. Come è cambiata la figura del vaticanista e in generale del giornalista che si occupa della realtà religiosa?
I cambiamenti cui stiamo assistendo da qualche anno sono comuni al settore dell'informazione in generale, dettati in particolare dai profondi e rapidi mutamenti tecnologici. La rapidità che sta caratterizzando l'ambito dell'informazione può far scivolare in una certa semplificazione dettata dalla velocità dei flussi comunicativi. Non dimentichiamo che il giornalista che tratta l'informazione religiosa deve affrontare la sfida suppletiva di andare oltre la notizia in sé, rendendo al fruitore dell'informazione quella dimensione di fede, spirituale, che rappresenta la vera sfida ed essenza di questo specifico ambito. Essere vaticanisti, al di là delle novità degli strumenti, richiede sempre una vasta formazione, la capacità di saper parlare a tutti della Chiesa e del suo messaggio, anche e soprattutto ai non credenti, con quella passione e quell'equilibrio necessari per essere credibili. Per dirla con parole di De Carli, "l'informazione è una questione di sguardo, di profondità spirituale dello sguardo".


Avete già pensato ad organizzare incontri e seminari sul tema della comunicazione religiosa sempre per onorare la memoria di De Carli?
Il primo appuntamento si svolgerà attorno alla metà di ottobre, a Roma, con un convegno di studi sull'informazione religiosa, durante il quale avverrà la premiazione di questa prima edizione del Premio e la presentazione della seconda. Tra i nostri principali obiettivi, oltre al Premio a cadenza annuale, c'è quello di promuovere periodici appuntamenti di riflessione e confronto sullo stato dell'informazione religiosa, mediante il coinvolgimento di operatori del mondo della comunicazione, studiosi di questo ambito e rappresentanti della Chiesa. Un sorta di cammino comune, nei rispettivi ruoli, per conoscersi meglio e migliorarsi, attraverso stimoli reciproci. Oltre a questo, intendiamo promuovere iniziative di formazione per i giovani e, su questo fronte, sarà senz'altro preziosa la collaborazione dei soggetti che hanno dimostrato attenzione verso la nostra Associazione, come l'Ordine nazionale dei giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, l'Unione cattolica stampa italiana, Rai Vaticano e quei singoli professionisti che vorranno offrire il loro patrimonio di conoscenze ai più giovani, proprio come faceva Giuseppe De Carli.


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