Riporto l'intervista realizzata dal collega Luca Rolandi e pubblicata da Vatican Insider
Intervista a Elisabetta Lo Iacono, presidente dell'Associazione intitolata al vaticanista
LUCA ROLANDI
ROMA
Giusppe
De Carli, vaticanista scomparso tre anni fa, ha lasciato una grande eredità
grazie al suo lungo lavoro al seguito di tre Papi e nell'informazione
religiosa. Per onorare la sua lezione e memoria un gruppo di amici e colleghi
ha dato vita ad una Associazione che promuove un premio e iniziative per una
informazione religiosa improntata sulla competenza, la passione e la capacità
di testimoniare valori cristiani.
In questa esperienza con la presidente
lavorano con grande impegno il vice presidente dell'Associazione Giovanni
Tridente, Rita Megliorin e Paolo Cecilia.
Presidente Lo Iacono, quali le
modalità dell’assegnazione e perché ricordare il vaticanista De Carli fondatore e responsabile di Rai
Vaticano?
L'Associazione nasce per ricordare
Giuseppe De Carli attraverso quelle che erano le sue priorità per l'ambito giornalistico,
ovvero la qualificazione della professione, l'etica e la particolare attenzione
ai giovani. Sono queste le direttrici sulle quali intendiamo muoverci e che
ispirano anche i criteri guida per la valutazione dei lavori, ovvero
originalità dei contenuti, rigore, completezza e accuratezza dell’informazione,
qualità della scrittura, stile espositivo, forza comunicativa, aderenza alle
finalità del Premio. Giuseppe De Carli è stato un grande maestro e amico per
molti di noi, riteniamo che il suo patrimonio di conoscenze, il suo stile, il
suo amore per la professione e per la Chiesa non debbano finire archiviati
nelle teche Rai o nei nostri ricordi, piuttosto essere tramandati alle nuove
generazioni, rappresentando al contempo uno stimolo per tutti noi.
Quali sono i componenti della
giuria del Premio?
Il Premio prevede due categorie: quella
dei giornalisti e quella dei laureati e dottori di ricerca di Università e
Istituti superiori di scienze religiose. La giuria si compone quindi di esperti
sia in ambito giornalistico sia accademico, peraltro l'Associazione si avvale
della collaborazione scientifica dell'Università La Sapienza, della Pontificia
Università della Santa Croce e della Pontificia Facoltà teologica "San
Bonaventura". I componenti di giuria di questa prima edizione sono Aldo
Cazzullo, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera; Marina
Corradi, editorialista di Avvenire; Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine
Nazionale dei Giornalisti; Rodolfo Lorenzoni, giornalista Rai e a lungo
collaboratore di De Carli; Massimo Enrico Milone, responsabile di Rai Vaticano;
Mario Morcellini, docente e direttore del Dipartimento di comunicazione e
ricerca sociale dell'Università La Sapienza; padre Domenico Paoletti
(OFMConv), docente e preside della Pontificia Facoltà teologica San Bonaventura
Seraphicum e Carla Rossi Espagnet, teologa e docente presso la Pontificia
Università della Santa Croce e l'ISSR all'Apollinare.
Le iniziative dell’Associazione
si rivolgono ai giovani. Come è cambiata la figura del vaticanista e in
generale del giornalista che si occupa della realtà religiosa?
I cambiamenti cui stiamo assistendo da
qualche anno sono comuni al settore dell'informazione in generale, dettati in
particolare dai profondi e rapidi mutamenti tecnologici. La rapidità che sta
caratterizzando l'ambito dell'informazione può far scivolare in una certa
semplificazione dettata dalla velocità dei flussi comunicativi. Non
dimentichiamo che il giornalista che tratta l'informazione religiosa deve
affrontare la sfida suppletiva di andare oltre la notizia in sé, rendendo al
fruitore dell'informazione quella dimensione di fede, spirituale, che
rappresenta la vera sfida ed essenza di questo specifico ambito. Essere
vaticanisti, al di là delle novità degli strumenti, richiede sempre una vasta
formazione, la capacità di saper parlare a tutti della Chiesa e del suo
messaggio, anche e soprattutto ai non credenti, con quella passione e
quell'equilibrio necessari per essere credibili. Per dirla con parole di De
Carli, "l'informazione è una questione di sguardo, di profondità
spirituale dello sguardo".
Avete già pensato ad
organizzare incontri e seminari sul tema della comunicazione religiosa sempre
per onorare la memoria di De Carli?
Il primo appuntamento si svolgerà attorno
alla metà di ottobre, a Roma, con un convegno di studi sull'informazione
religiosa, durante il quale avverrà la premiazione di questa prima edizione del
Premio e la presentazione della seconda. Tra i nostri principali obiettivi,
oltre al Premio a cadenza annuale, c'è quello di promuovere periodici
appuntamenti di riflessione e confronto sullo stato dell'informazione
religiosa, mediante il coinvolgimento di operatori del mondo della
comunicazione, studiosi di questo ambito e rappresentanti della Chiesa. Un
sorta di cammino comune, nei rispettivi ruoli, per conoscersi meglio e
migliorarsi, attraverso stimoli reciproci. Oltre a questo, intendiamo
promuovere iniziative di formazione per i giovani e, su questo fronte, sarà
senz'altro preziosa la collaborazione dei soggetti che hanno dimostrato
attenzione verso la nostra Associazione, come l'Ordine nazionale dei
giornalisti, la Federazione nazionale della stampa, l'Unione cattolica stampa
italiana, Rai Vaticano e quei singoli professionisti che vorranno offrire il
loro patrimonio di conoscenze ai più giovani, proprio come faceva Giuseppe De
Carli.
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