mercoledì 24 ottobre 2012

Quando i giudici si sostituiscono agli scienziati...


"I terremoti non sono prevedibili e l'unica forma di prevenzione a tutela delle persone e dei beni è l'adozione di accorgimenti edilizi utili a limitare i danni derivanti da un eventuale sisma". A seguito della sentenza di condanna per il terremoto dell'Aquila, nei confronti dei componenti della Commissione grandi rischi, dovrei forse tirare una riga su quegli appunti raccolti negli anni e riscrivere, sotto dettatura di un giudice, l'abc della protezione civile?

Ma quanto appreso in convegni e corsi, frutto di studi scientifici, non si cancella di certo con una sentenza che, peraltro, sta facendo discutere mezzo mondo, attirando sul nostro Paese la sorpresa di grandi esperti in materia sismica.
Mettendo ordine nel mio archivio mi è capitato tra le mani il materiale di corsi e convegni di protezione civile cui ho partecipato negli anni. Il primo fu un seminario che seguii a Roma nel 1999. Come cronista che si era formata nei tragici avvenimenti dell'alluvione del 1996 in Versilia e Garfagnana, il tema protezione civile e comunicazione mi destava forte interesse, tanto da partecipare a quel seminario di aggiornamento per giornalisti sul tema "Ambiente, territorio, protezione civile. L’informazione nei casi di emergenza", organizzato dal Centro Studi della Federazione nazionale della stampa italiana in collaborazione con il Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Non è stata l'unica esperienza del genere, essendomi cimentata per anni su questi temi, occupandomi di protezione civile nel mio comune, svolgendo la funzione di tutor in un corso di formazione professionale per operatori di protezione civile, seguendo un corso per addetti di sala operativa per conto della Provincia di Lucca, dove ho ricoperto per anni l'incarico di addetta stampa.
In ogni corso e in ogni convegno è sempre stato spiegato che i terremoti non sono prevedibili e, se lo fossero, credo che i Paesi esposti a un alto rischio si sarebbero organizzati da tempo. Vogliamo pensare alle conseguenze del disastroso terremoto di Fukushima?
Dunque i membri della commissione grandi rischi avrebbero rassicurato gli abitanti de L'Aquila, preoccupati per le numerose scosse avvertite, sottovalutando l'ipotesi di un terremoto disastroso che si verificò nella notte del 6 aprile del 2009 e causò 309 vittime.
Secondo questa discutibile espressione della giustizia, esperti e scienziati avrebbero fornito "informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie" in merito alla pericolosità di quelle precedenti scosse, tanto da essere condannati a sei anni per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Ma se i terremoti non sono prevedibili? Non importa, la giustizia si è espressa forse con il desiderio di dare una giustizia a quei morti ma non la giustizia.
Di certo da oggi la protezione civile rischia di essere più povera e spaventata per una sentenza che disorienta e preoccupa per le tante ripercussioni che potrà avere.
E adesso dovranno stare attenti anche i meteorologi: se le loro previsioni non saranno abbastanza allarmanti da dissuadere la gente dall'uscire per andare al lavoro, a scuola o in palestra, un nubifragio, una frana, la caduta di qualche albero con relative vittime, potrebbe portare anche loro a una condanna?
 

 

 

 

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