sabato 27 marzo 2021

NESSUNO SI SALVA DA SOLO, NEPPURE UN ANNO DOPO

Piazza San Pietro vuota, in una città deserta, in un Paese assediato dal Covid-19, in un mondo attanagliato dalla pandemia. 
Un anno fa il momento straordinario di preghiera di papa Francesco che emozionò, commosse e ci fece sentire uniti in un mare in tempesta. Noi che eravamo spettatori impotenti di un capitolo della storia che non avremmo mai voluto vedere e tantomeno vivere.

È trascorso un anno e siamo ancora alle prese con questo virus che continua a mietere vittime, che ci ha messi alle corde economicamente e psicologicamente.
Siamo più preparati di allora su cosa fare e cosa non fare ma anche tanto più stanchi e sfiduciati. Attendiamo i vaccini ma non vogliamo sentirci dire che non saranno un tocco di bacchetta magica, dovremo mantenere ancora alta l'attenzione per uscirne davvero e non illusoriamente, scoprendo di essere di nuovo daccapo, come accaduto nei mesi scorsi, pagando a caro prezzo quell'illusione.

Un anno fa ero convinta che questa prova così inattesa, epocale, capace di dimostrare la nostra reale dimensione, ovvero di esseri vulnerabili, potesse insegnarci qualcosa. Innanzitutto la nostra precarietà, assieme alla condivisione di uno stesso destino, trasversale a ogni classificazione che siamo soliti fare del genere umano.

"Nessuno si salva da solo" disse papa Francesco ma oggi c'è ancora e sempre più chi crede di avere maggiori possibilità di spuntarla. La "guerra dei vaccini", che mette per l'ennesima volta a nudo un mondo diviso tra poveri e ricchi (ma solo di portafogli), sta deprimendo ogni speranza di aver appreso qualcosa di importante da questa lezione.
L'unica strada per far sì che la negatività non abbia la meglio, è cercare di cogliere l'opportunità che ogni sitazione ci offre per essere migliori. 

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