Camminare insieme nella speranza, verso la Pasqua di un Anno Giubilare, con il Papa ricoverato in ospedale in prognosi riservata.
Il tema del messaggio di papa Francesco per la Quaresima offre quest’anno indubbiamente tanti spunti, mettendo la nostra fede e speranza alla prova dei fatti, invitandoci a una riflessione che rende il cammino quaresimale ancora più un tempo forte.
Nel Messaggio papa Francesco si sofferma sui tre termini: camminare, insieme, speranza.
Ogni viaggio inizia con la scelta di mettersi in movimento, muovendo i propri passi –sotto il profilo fisico o figurato – allo scopo di compiere un percorso, guardando a una meta che non deve far perdere di vista il senso del cammino e gli incontri che avvengono nel suo svolgimento.
Il Papa ricorda ancora una volta i viaggi della speranza compiuti da quanti fuggono da situazioni di miseria e di violenza, cercando nel nostro e in altri Paesi un approdo alla sicurezza e alla vita.
È provvidenziale ricordarci come siamo tutti pellegrini, nonostante ci si percepisca spesso viaggiatori in business class. Un invito a chiederci cosa significhi essere pellegrino, “sono veramente in cammino – ci chiede il Pontefice – o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità?”. Domande che diventano ineludibili se vogliamo compiere davvero un percorso di autenticità, nella vita di fede ma anche di uomini nel (e non del) mondo.
Come non pensare alla traccia sanfrancescana dove il santo di Assisi, nella Regola bollata del 1223 – ovvero approvata da papa Onorio III – stabilisce che i frati siano “pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà e umiltà” (Fonti Francescane 90). Un cammino in leggerezza che libera dai tanti fardelli e permette di distogliere lo sguardo da noi stessi per rivolgerlo agli altri, evitando quel monoteismo del sé e quella chiusura nel proprio recinto che caratterizza il nostro tempo, con il progressivo venir meno del senso di comunità.
Per questo papa Francesco ci ricorda come “camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio, significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso”.
Uno sguardo nuovo o rinnovato, che ci porti fuori dal nostro baricentro per intraprendere un cammino comune, con una decisa “conversione alla sinodalità”.
Un viaggio, ed ecco il terzo termine, da fare in compagnia della speranza, tema dell’Anno Giubilare in corso. La speranza che “la morte è stata trasformata in vittoria” con la risurrezione di Cristo e con la sua promessa di vita eterna. Da qui altri spunti di Francesco per vivere appieno questa condizione di persone animate dalla speranza: “ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?”.
La speranza della Pasqua di risurrezione, la speranza del Giubileo e la speranza che si nutre in queste settimane per una guarigione del Papa. Un desiderio forte che accomuna credenti e non credenti ma che vedono in Francesco un segno di speranza per il futuro del mondo. Ecco, ancora una volta la centralità della speranza come tratto caratterizzante e motivante il nostro cammino nella vita, da affrontare come pellegrini e forestieri.
(Foto da Vatican News e Chi-quadro blog)
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