martedì 2 luglio 2024

VEDERE E SPEZZARE LE CATENE

Si torna da ogni viaggio con un bagaglio il cui carico è direttamente proporzionale alle immagini, alle sensazioni, agli incontri che si sono avuti. 
Per questo è bello ripercorrere passi conosciuti, per trovare l'abbraccio degli stessi scorci, delle emozioni e delle persone che ci stanno a cuore. 
Ogni volta si torna indietro con impressioni familiari e con altre capaci sempre di stupirci. 
Prima di partire da Assisi, in questo nuovo viaggio,  sono passata dalla Chiesa Nuova, dedicata alla conversione di san Francesco. 
È qui che si trova l'angusto spazio dove il padre Pietro di Bernardone lo avrebbe rinchiuso, per cercare di dissuadere questo "strano" figlio dal percorrere una strada tanto lontana e incomprensibile agli occhi del benestante venditore di stoffe.
Fu l'amore della madre, donna Pica, a liberarlo da quelle catene con cui era costretto a casa, perché potesse tornare libero sui passi che sentiva di dover percorrere. 
Un episodio ricordato dalle statue dei due genitori di Francesco, opere delle scultore Roberto Joppolo, dove donna Pica ha in mano una catena spezzata.
Credo che tra gli infiniti doni che Assisi fa ai suoi visitatori, ci sia anche quello di saper vedere le "catene" che ci impediscono di essere quello che vorremmo. 
Una consapevolezza che rappresenta un primo e necessario passo per liberarcene, per non essere schiavi di alcuno e di niente, neppure di se stessi. 

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