Il tempo passa inesorabilmente ma mai passa invano.
E così, a distanza di anni, scopri che tante domande "difficili" finiscono per avere risposte semplici, così da leggere con più chiarezza i periodi critici, le presenze e le assenze.
Dedico questo 2 aprile a Giovanni Paolo II, il quale mi ha insegnato che la parola "fine" può sempre sfociare in un nuovo "inizio". Soprattutto, e prima di tutto, in termini di consapevolezza su se stessi.
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