lunedì 27 marzo 2023

LE ARMI CHE SPORCANO. ANCHE LA PRIMAVERA

Le armi sporcano le mani e le coscienze ma, nonostante questo, la guerra procede speditamente da oltre tredici mesi.

Il conflitto in Ucraina continua a mietere vittime, a distruggere il Paese, a spegnere la speranza di una soluzione pacifica. Una pace giusta, si dice che deve essere, quando cioè le condizioni saranno accettabili e accettate dal Paese offeso. Ma di soluzione diplomatica si sente parlare ben poco, dopo qualche intermediazione e il tavolo al quale, mesi fa, si sono seduti gli emissari dei due presidenti (di Russia e Ucraina), con un deludente niente di fatto. 

Tutto è tornato terribilmente stagnante sul piano della pace ma temibilmente movimentato su quello della guerra. 

Paura e pessimismo accrescono così il loro peso in chi sta sopravvivendo a questa follia che, vissuta nel XXI secolo, si presenta come un vero paradosso dell’umanità. Tanto più che si tira in ballo la partita finale dove potrebbe essere sfoderata l’arma nucleare. 

Lo scenario di una guerra atomica viene paventato con un delirio di onnipotenza che spaventa, proprio per la follia che accompagna queste minacce. Come si trattasse di muovere una “semplice” pedina nello scacchiere bellico. 

Sembra impossibile che si metta in gioco l’esistenza della specie umana e di ogni creatura, uno scenario che non dovrebbe neanche essere pensato. Ma neppure questa linea della morte, che non segnerebbe alcun altro traguardo se non quello della distruzione totale, pare ridestare da un gioco al continuo rialzo. 

Un Risiko che segnerebbe la fine di tutto e di tutti. Eppure anche oggi, da Mosca, arrivano dichiarazioni preoccupanti con le quali si ricorda di possedere “armi moderne e uniche in grado di distruggere, in caso di minaccia alla sua esistenza, qualsiasi avversario, compresi gli Stati Uniti”. 

Sotto le macerie che si accumulano giorno dopo giorno sul terreno ucraino e sotto quelle lasciate sul cammino della pace, sinora percorso invano, cova sempre più il fuoco della morte, su scala territoriale o di guerra totale. 

Un pensiero che appare sempre più folle e inconcepibile, tanto più in questo periodo che segna la rinascita della natura, con lo spuntare delle prime gemme, dei fiori di campo, delle foglioline che si aprono con fiducia alla vita. 

Non sapendo che è in corso una guerra che, per sua stessa natura, è negazione della vita, della bellezza e della speranza. 

Insomma il punto più basso che può toccare l’uomo, negandosi così lo status di homo sapiens, di persona affettiva, aperta alla vita e allo stupore. 

Anche dinanzi a questa primavera che sta esplodendo più potente di qualsiasi super arma. 

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