giovedì 26 novembre 2020

IL NUOVO COLLEGIO CARDINALIZIO

Papa Francesco aggiunge nuovi tasselli alla Chiesa di oggi e a quella di domani, consegnando la berretta a tredici nuovi cardinali. Con questi porporati, creati nel corso del Concistoro del 28 novembre, il collegio cardinalizio arriva a un totale di 229 componenti, di cui 128 elettori e 101 non elettori.

Tra le nuove nomine ci sono sei italiani, di cui tre elettori: Marcello Semeraro (Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi), Augusto Paolo Lojudice (Arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino) e Mauro Gambetti (già Custode del Sacro Convento di Assisi), ai quali si aggiungono il cappuccino Raniero Cantalamessa (Predicatore della Casa Pontificia), Enrico Feroci (parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva) e Silvano Maria Tomasi (Arcivescovo Titolare di Asolo, Nunzio Apostolico), tutti e tre non elettori.

Sette i continenti (computandoli secondo il modello che tiene conto delle differenze storico-culturali) rappresentati nel collegio cardinalizio, con 90 Paesi di cui 70 esprimono cardinali con diritto di voto. Dando uno sguardo alla composizione geografica, emerge che l’Europa conta 53 elettori, 16 l’America settentrionale, 7 quella centrale e 14 la meridionale, 18 l’Africa, 16 l’Asia, 4 l’Oceania. Restringendo ancor più il campo di osservazione per guardare all’Italia, vediamo che i cardinali elettori sono 22.

Assistiamo così a una Chiesa che, negli ultimi anni, ha incrementato la rappresentanza di alcune aree geografiche, in particolare dell’America Latina, Africa e Asia, come mostra anche il fatto che i porporati europei si sono progressivamente ridotti, assestandosi oggi a circa il 41%. Dai numerosi dati statistici che permettono di ricostruire la mappa e la direzione della Chiesa, emerge anche quello relativo ai cardinali appartenenti a istituti di vita consacrata o società di vita apostolica: rimanendo sempre ai dati relativi agli elettori, si scopre che i più rappresentati sono i Salesiani con 5 cardinali e altrettanti i Francescani, più precisamente di questi ultimi si conta un appartenente all’Ordine dei Frati Minori (Napier), tre ai Cappuccini (O’Malley, Aós Braco, Ambongo Besungu) e uno ai Frati Minori Conventuali (Gambetti).

Come si è già avuto modo di sottolineare, la nomina di un francescano conventuale avviene oltre un secolo e mezzo dopo la creazione a cardinale di fra Antonio Maria Panebianco.

Parlare del cardinale Gambetti (nella foto) consente di soffermarsi su un altro aspetto, ovvero il dato anagrafico: con i suoi 55 anni, Mauro Gambetti è tra i tre porporati più giovani del collegio cardinalizio, assieme al coetaneo portoghese José Tolentino de Mendonça e al cardinal Dieudonné Nzapalainga, della Repubblica Centrafricana, di appena un anno e mezzo più giovane.

Tante storie, insomma, che confluiscono su un’unica via - la strada di Dio -, con la raccomandazione rivolta da papa Francesco ai nuovi cardinali ad essere sempre vigilanti per non perderla di vista. “Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con Lui - ha sottolineato il Papa nell’omelia - ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada. Pensiamo a tanti generi di corruzione nella vita sacerdotale. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai di essere soltanto ‘l’eminenza’. Quando tu sentirai questo, sarai fuori strada”.

Una dinamica cui ha fatto riferimento nel suo saluto al Concistoro anche il neo cardinale Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, che ha sottolineato come “la Chiesa è chiamata ad aprire cammini, anzi a rimettersi Lei stessa in cammino”, per essere pienamente Chiesa di un percorso condiviso, Chiesa dell’ascolto, Chiesa sinodale.

Dunque Chiesa in viaggio che attraversa le acque di questa come di ogni epoca, caratterizzate dai suoi drammi, contraddizioni e speranze. Gli sguardi eterogenei del collegio cardinalizio saranno preziosi per scrutare ogni orizzonte e tracciare le rotte di navigazione più adeguate.

Intanto per i nuovi cardinali è il momento di salire sulla barca di Pietro e di salpare, nella consapevolezza di essere in procinto di iniziare una nuova e impegnativa avventura.

“Un tuffo dal trampolino in mare aperto”, come il cardinale Mauro Gambetti ha definito questo momento di svolta della sua vita, in occasione dell’ordinazione episcopale avvenuta una settimana prima del Concistoro. Un tuffo in mare aperto ma nella consapevolezza di essere di fronte a “una immensa rete d’Amore, che tutto comprende e tutto riplasma, tutto dinamizza e tutto trasforma”.


Dal mensile San Bonaventura informa, n.94 (anno VIII - novembre 2020)

Nessun commento:

Posta un commento