

E
dopo quel debutto in terra argentina, Santiago de Compostela, Czestochowa,
Denver, Manila, Parigi, Roma, Toronto, tutte feste della fede attorno a Karol
Wojtyla. L’edizione successiva, quella programmata a Colonia nell’agosto del
2005 non vedrà più ad accogliere i giovani papa Wojtyla, scomparso quattro mesi
prima.
Benedetto
XVI si trova così a raccogliere questo appuntamento programmato dal suo
predecessore e lo fa “in casa”, nella sua Germania dove accorrono giovani da
oltre 190 nazioni e poi ancora a Sydney nel 2008 e a Madrid due anni fa.
A
seguito della rinuncia al pontificato di papa Ratzinger, Francesco si è
ritrovato questo testimone, presiedendo dalla spiaggia di Rio de Janeiro la 28ª
GMG, in terra latinoamericana quindi in un ambiente molto familiare. È da qui che
Francesco ha rivolto un pensiero al papa emerito che ha accompagnato questo
nuovo appuntamento dei giovani con la preghiera.
Ma
c’è ancora un altro anello che va a chiudere il cerchio tra i “pontefici dei
giovani” ovvero l’annuncio di tenere l’edizione del 2016 a Cracovia, la città
del beato – e presto santo – Giovanni Paolo II, la seconda in terra polacca
dopo quella del 1991 al santuario di Czestochowa. La GMG che, a due anni dalla
caduta del muro di Berlino, dava la netta sensazione che “la Chiesa in Europa –
disse papa Wojtyla – può ora respirare liberamente con ambedue i suoi polmoni”.
L’edizione
brasiliana della GMG si è chiusa con un bilancio decisamente entusiasmante:
oltre tre milioni di giovani provenienti da tutto il mondo per incontrare il
successore di Pietro, per riflettere sul loro rapporto con la fede e su quella
missione scelta come tema dell’edizione di Rio: “Andate e fate discepoli tutti
i popoli”.
Così
l’incontro con il papa e con migliaia e migliaia di altri giovani, diviene
occasione per confrontare la propria fede se si ha, per ricercarla se si vuole
o per fare comunque ordine in un angolo della propria vita. Prima con
l’energico e giovane Wojtyla piegato nel corpo dagli anni e dalla malattia,
senza però scalfirne l’entusiasmo; poi con il saggio Ratzinger che con il tempo
ha mostrato tutta la sua grandezza e robustezza morale, dalla quale trarre
lezioni non solo teologiche ma di vita; infine lo straripante Bergoglio che con
la sua naturalezza e spontaneità latino americana ha ammantato di tenerezza e
simpatia credenti e non.

“Se
rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nella fede, incontrerete, anche in
mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria. La fede
non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li
perfeziona. Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della
Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo”,
raccomandava papa Benedetto nella sua omelia a Cuatro Vientos di Madrid.
Prima
di lui Giovanni Paolo II non perdeva occasione di richiamare i giovani a un
forte impegno, si ricorderà a questo proposito l’intensa veglia di preghiera
nel 2000 a Roma, con quella chiamata a una decisa assunzione di responsabilità,
anche sul piano sociale dove può trovare vera e concreta proiezione lo spirito
cristiano più vero e genuino, non quello – come ama ripetere papa Francesco –
dei “cristiani part-time”, “inamidati e di facciata”. Per questo Giovanni Paolo
II esortava i giovani a una specie di giuramento morale: “voi non vi
rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano
analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo
sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra
sempre più abitabile per tutti”.
E
oggi papa Francesco che a Rio ha invitato i giovani a essere il campo della
fede, dove possa germogliare la parola di Dio; gli atleti di Cristo che,
attraverso un adeguato allenamento, possano affrontare senza paura tutte le
situazioni della vita e testimoniare la propria fede; i costruttori di una
Chiesa più bella e di un mondo migliore.
Un
invito a essere le pietre vive di una Chiesa che non sia “una piccola cappella
che può contenere solo un gruppetto di persone” - ha rimarcato papa Francesco -
ma “così grande da poter accogliere l’intera umanità”.
Articolo pubblicato da La Perfetta Letizia
Nessun commento:
Posta un commento