mercoledì 24 gennaio 2024

CUORE E SGUARDO PER UNA INTELLIGENZA ARTIFICIALE UMANA

Gli strumenti tecnologici si evolvono e con essi si alza l’asticella delle potenzialità e delle sfide che attendono l’uomo. 
Il Messaggio di papa Francesco per la 58ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, diffuso oggi nella solennità di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti, sta perfettamente “sulla notizia”, soffermandosi appunto sul tema dell’intelligenza artificiale. 
Uno degli argomenti più dibattuti in ambito tecnologico ma anche politico e della Chiesa appunto, per la sua immensa portata ma anche per le incertezze che proietta su un futuro che si fa sempre più presente.
Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana è il tema del messaggio che tocca alcuni punti fondamentali, mettendo al centro la necessità di tutelare la libertà e l’individualità di ogni persona, rifuggendo così anche dai rischi di un utilizzo distorto e di una manipolazione di questa enorme potenzialità, frutto dell’ “accelerata diffusione di meravigliose invenzioni”.

Aggettivo che richiama alla mente l’Inter Mirifica, il decreto sugli strumenti di comunicazione sociale approvato dal Concilio Vaticano II e promulgato il 4 dicembre del 1963 da papa Paolo VI. 
Il decreto, il cui nome prende origine dall’incipit del documento, apriva riconoscendo come “tra le meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l'ingegno umano è riuscito, con l'aiuto di Dio, a trarre dal creato, la Chiesa accoglie e segue con particolare sollecitudine quelle che più direttamente riguardano le facoltà spirituali dell'uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, ogni sorta di notizie, idee, insegnamenti. Tra queste invenzioni occupano un posto di rilievo quegli strumenti che, per loro natura, sono in grado di raggiungere e influenzare non solo i singoli, ma le stesse masse e l'intera umanità”. 

All’epoca si parlava di stampa, cinema, radio e televisione. In 60 anni gli strumenti di comunicazione hanno subito un inarrestabile sviluppo che rende ogni fruitore anche attore della comunicazione e dell’informazione, con tutto ciò che ne deriva sul piano delle necessarie competenze che vanno ben oltre le capacità tecniche per investire, piuttosto, i piani della responsabilità e dell’etica. Presupposti indispensabili per farsi comunicatori attenti a cogliere e diffondere la verità, la bellezza e la bontà. 

Dinanzi alle nuove e grandi sfide che si moltiplicano con l’intelligenza artificiale, papa Francesco raccomanda di partire dal cuore per cogliere le opportunità, superare i pericoli e crescere in umanità. 
Nella consapevolezza che “il nostro posto è nel divenire” (Romano Guardini), l’invito è ad abitare i nuovi mondi ma a farlo con uno “sguardo spirituale, recuperando una sapienza del cuore”.  
Un viaggio quotidiano alla scoperta del senso degli avvenimenti che può trarre un grande ausilio anche dal lavoro di decodifica e interpretazione svolto dai giornalisti. A questo riguardo, si trova una significativa corrispondenza con l’invito del Papa nelle parole di uno dei maggiori vaticanisti, Giuseppe De Carli (nella foto), che ricordava come "l'informazione è una questione di sguardo, di profondità spirituale dello sguardo".

Lo sguardo come antidoto ai rischi connessi a traguardi sino a qualche decennio fa impensabili e che possono instillare nell’uomo quel senso di superiorità e di onnipotenza che costituisce la negazione di alcuni presupposti fondamentali: l’uguaglianza, la consapevolezza di avere tutti gli stessi diritti, l’essere e sentirsi parte di una fraternità universale. 
Ecco che il cuore rappresenta il bivio tra opportunità e pericolo, per sospingere l’intelligenza artificiale sulla strada della liberazione dall’ignoranza, oppure utilizzare queste nuove conquiste per farne strumenti di “inquinamento cognitivo”, come le deep fake, ovvero l’innovativa veste delle fake news, che consistono nella diffusione di contenuti, come i video, che appaiono veri ma che sono solo il frutto di ingannevoli ritocchi. 

La posta in gioco è così alta che papa Francesco chiede alla comunità internazionale modelli di regolamentazione etica “per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico”.
Un argine necessario a un fenomeno dirompente, che appare favorevole all’uomo solo se ben governato, se viene garantita la libertà di ogni individuo nella sua unicità, se si mantengono le relazioni e, soprattutto, se si fa crescere il senso di umanità “per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale”.

Un’intelligenza artificiale che non può e non deve fare a meno dell’uomo e della sua ricchezza umana, per evitare che i dati prevalgano sulle tante sfumature degli affetti, delle sensazioni, dei sogni.
Tutto dipende dall’uomo cui spetta, raccomanda papa Francesco, “decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza”. 



Leggi qui il Messaggio per la LVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. 

(Le prime due foto sono tratte dal web, la terza è realizzata con l'intelligenza artificiale, attraverso Image Creator di Bing)

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