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Un
numero folle di vittime come folli furono i metodi disumani che non
risparmiarono i più piccoli né le donne in stato interessante, brutalmente
devastate nella loro maternità.
Quei
passi pesanti, quel rumore delle armi, quegli ordini secchi e quelle grida di
terrore sono rimasti impressi in un silenzio surreale. Quell'odore acre
provocato dal grande falò che, davanti alla piccola chiesetta, consumò i corpi
delle vittime e alzò nel cielo un fumo nero sembra essere penetrato in modo
indelebile in quei verdi castagni e nelle pietre antiche.
Il
dolore e la follia sembrano cristallizzati in quella scultura che ritrae il
dramma, in quella lapide enorme che eppure appare piccola per contenere così
tanti nomi delle vittime.
Salire
a Sant'Anna di Stazzema, nel silenzio di un giorno qualsiasi, significa fare
tesoro della memoria, annaffiare le proprie radici di appartenenza territoriale
ma anche valoriale. Significa rivolgere un pensiero alle vittime, cercare di
vivere dentro di sé quegli attimi di terrore per far sì che non si spengano al
soffio degli anni.
Sant'Anna,
così come gli altri luoghi simbolo di violenze, deve continuare a parlare a
ognuno di noi. Dobbiamo entrare in quel girotondo del mondo che, mano nella
mano, saldava i bambini di questo luogo in quella foto scattata poco prima
della strage.
Quel
girotondo gioioso sul piazzale della chiesa avrebbe lasciato, da lì a poco,
spazio a un grande falò dove con quei corpi è stato incenerito ogni sentimento di
umanità.
Pensare
alla violenza qui perpetrata non può che richiamare i tragici fatti ai quali
assistiamo in questi giorni, con la persecuzione e il martirio di tanti
innocenti.
Sant'Anna
può aiutare a comprendere meglio quanto continua ad accadere, a disprezzo degli
insegnamenti della storia. Ma Sant'Anna può anche aiutare a capire che la
violenza non fa altro che generare violenza e che l'unica risposta - non solo
cristiana - è quella di declinare l'odio e la vendetta nel perdono, come sta
scritto nelle vicende di questa terra, negli occhi dei sopravvissuti e su
quella lapide all'Ossario, il monumento innalzato proprio per "per
esprimere amore e perdono".
Articolo pubblicato da LPL News 24
Articolo pubblicato da LPL News 24
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