Da
Pio IX a Francesco, dal papa che volle "La Civiltà Cattolica" al
primo pontefice gesuita. La storia della rivista della Compagnia di Gesù inizia
il 6 aprile 1850 e prosegue oggi con nuovo slancio, attraverso un restyling
della sua veste grafica e un notevole sviluppo nel mondo sconfinato del
digitale.
Tante
novità che intendono potenziare quello che è l'obiettivo principale, ovvero
"cercare e trovare Dio in tutte le cose" come scriveva sant'Ignazio
di Loyola.
Una
mission che il collegio degli scrittori, come si chiama il corpo redazionale,
persegue ogni quindici giorni con slancio, puntando a mantenere l'alto ma al
contempo accessibile livello culturale della rivista, la più antica d'Italia
uscita senza interruzioni e con la particolarità di sottoporre le proprie bozze
al vaglio preventivo della Segreteria di Stato della Santa Sede.
"La
Civiltà Cattolica non è una rivista specializzata - ha spiegato in conferenza
stampa monsignor Antoine Camilleri, sotto segretario per i rapporti con gli
Stati della Segreteria di Stato - ma è una rivista di cultura. Il suo taglio è
specificamente cattolico, nel senso che intende aiutare il lettore a pensare
cristianamente la realtà odierna".
Il
che significa innanzitutto cimentarsi sui grandi temi e problemi dell'oggi, in
campo sociale, politico, economico, morale, scientifico, artistico e religioso.
Ma anche cogliere "una delle grandi sfide per la Chiesa che è il ricorso a
un linguaggio comprensibile a tutti" ha sottolineato monsignor Claudio
Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali. In
altre parole, saper parlare anche il linguaggio della tecnologia: "il
problema non è tecnologico ma culturale - ha aggiunto monsignor Celli, il web
2.0 imporrà sempre più interattività e condivisione".
P. Antonio Spadaro |
Due
veri e propri vettori della Civiltà Cattolica che, innanzitutto, "non
vuole condividere le proprie riflessioni solamente all'interno del mondo
cattolico - ha spiegato il direttore padre Antonio Spadaro - ma con chiunque
intenda avere fonti di formazione affidabili, capaci di far pensare e di far
maturare il giudizio personale". Quanto all'interattività, la direzione di
p. Spadaro ha segnato senz'altro una marcata attenzione e un intelligente
utilizzo delle nuove tecnologie. La consapevolezza, da studioso e attivo
frequentatore della rete, sulle potenzialità del web ha orientato le scelte della
"nuova" rivista definita dallo stesso Spadaro "una tradizione
che si proietta nel futuro".
L'appuntamento
fisso, da 163 anni ogni quindici giorni, con fascicoli da oltre cento pagine si
arricchisce così di una linea coordinata che include il restyling della
testata, la creazione di un marchio, la nuova copertina, le gabbie interne e la
possibilità di finire sui tablet.
Il
ritorno del colore bordeaux in copertina e le mutazioni grafiche dei caratteri
per una lettura più riposante si sposano a modifiche inerenti le rubriche, con
l'introduzione di un "Focus", le riflessioni sulla Chiesa al centro
della rivista, le rubriche mobili come il "Profilo" e
l'"Intervista".
E
naturalmente l'apertura alle nuove tecnologie che, oggi, consente con strumenti
assolutamente impensabili nel passato, di dare seguito alla richiesta di Pio IX
di massima diffusione in tutti i Paesi. "Oggi per noi questo - ha spiegato
il direttore Spadaro - ha significato l'approdo sui supporti digitali per
rendere la rivista più fruibile da parte di un numero maggiore di
persone".
Il
che, tradotto in pratica, significa la disponibilità su tutti i tablet con
applicazioni su iPad, iPhone, Android, Kindle Fire e Windows 8. Oltre a questo,
La Civiltà Cattolica è già presente sui principali social network, Twitter e Facebook, con
la consapevolezza che oggi la comunicazione si declina sotto forma di
testimonianza e condivisione tanto da poter leggere, commentare, condividere
gli abstract. Una rilevante novità sta nella collaborazione avviata con Google
che consentirà, a breve, di rendere fruibili e scaricabili gratuitamente tutti
i fascicoli pubblicati dal 1850 al 2008.
Dunque
un percorso in perfetta linea con l'incoraggiamento che dette Benedetto XVI nel
corso dell'udienza nel 2006 con gli scrittori della rivista: "La Civiltà
Cattolica, per essere fedele alla sua natura e al suo compito, non mancherà di
rinnovarsi continuamente".
Come
fa oggi, non solo per informare e commentare gli eventi ma per cercare di
"anticipare tendenze e fenomeni, prevederne l'impatto", sempre in quella
costruttiva tensione tra la propria storia e il futuro, attraverso la lettura dei
fatti da parte del collegio degli scrittori composto interamente - come da
statuto - da gesuiti. E proprio questa condizione potrebbe far sì che, per la
prima volta nella storia della rivista, un papa possa pubblicare un suo
intervento: papa Francesco, il primo papa gesuita. (eli)
Articolo pubblicato da Rai Vaticano
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