Il 16
aprile di 87 anni fa nasceva Joseph Ratzinger, eletto papa il 19 aprile del
2005 con il nome di Benedetto XVI.
Un
pontificato condotto con grande forza e coraggio, come estremamente coraggiosa
è stata la sua decisione, comunicata in quello storico 11 febbraio del 2013, di
rinunciare al pontificato.
Un
papa spesso non compreso nella sua grande profondità e umiltà, giudicato
ricorrendo alle facili etichette della semplificazione che ne hanno tracciato
un profilo improntato alla freddezza e al conservatorismo.
Un
papa che, se solo fosse stato ascoltato senza fermarsi all'immagine, sarebbe
stato conosciuto nella sua profondità ma anche nella sua accessibile semplicità
teologica, nella sua grande preparazione, in quell'attenzione all'uomo che
niente aveva da "invidiare" ai predecessori né, oggi, al successore.
In
questo senso Benedetto XVI ha pagato lo scotto di non essere un papa
comunicativo nel senso moderno del termine, per una peculiarità caratteriale
che faceva vincere la timidezza su quella spontaneità e imprevedibilità che
tanto piace alle folle.
Così
come aveva dimostrato nel suo intenso pontificato il predecessore Giovanni
Paolo II.
I
fedeli, ormai, non vogliono solo le omelie ma emerge quasi l'esigenza di avere
un supporto visivo, di ascoltare messaggi brevi e incisivi, di inserire il papa
nei propri schemi mentali e comunicativi, di condividerlo facilmente negli
spazi di vita reale e virtuale.
Benedetto
è arrivato dopo il pontificato di Giovanni Paolo II, lungo più di un quarto di
secolo. Ha raccolto un testimone difficile, un periodo di forti cambiamenti che
hanno investito l'uomo. Ha affrontato tanti nodi di un mondo sempre più
complesso, ha fatto fronte con risolutezza a problemi gravi e urgenti come la
piaga della pedofilia.
Sempre
con la sua riservata fermezza non sempre colta e accolta.
Ha compiuto
una scelta - quella di rinunciare al pontificato - di per sé rivoluzionaria e capace
di denotare la sua forza, lucidità e lungimiranza, nonostante l'età avanzata.
Un atto di amore verso la Chiesa che non è stato compreso appieno, ricorrendo
alla lettura semplicistica della rinuncia come gesto di debolezza e di
abbandono.
La
figura così carismatica del nuovo pontefice non ha favorito uno sguardo scevro
da pregiudizi e giudizi avventati.
Eppure
Benedetto è il papa che ha raccolto l'eredità di Wojtyla ed ha aperto la strada
all'elezione di Francesco, un papa amato e stimato dal suo predecessore
Giovanni Paolo II così come dal successore che, puntualmente, dimostra a parole
e fatti questo bel legame affettivo tra il papa emerito e il papa regnante.
Solo il
tempo potrà aiutare a comprendere la grandezza di papa Benedetto, grazie a
quella visione d'insieme e a quella prospettiva sedimentata che la storia può
offrire.
Ma
quello è il futuro, mentre oggi abbiamo la consapevolezza che papa Benedetto
continua a offrire il suo servizio alla Chiesa, sia nella preghiera sia con una
discreta disponibilità.
Oggi a
papa Benedetto vanno i nostri auguri ma anche il nostro grazie per la sua
incisiva testimonianza di amore e dedizione alla Chiesa.
Articolo pubblicato da LPL News 24
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